TRAME D’AUTORE

Da trent’anni convivo con amici legati a un mondo culturale e artistico che,
alternando intensità di intenti e trasformazioni, ha comunque conservato una
significativa coesione.
Si tratta di scrittori, artisti, e operatori culturali di varia natura. è in nome di
questa “comunità”, che oggi è forse più compatta e più consapevole di 30
anni fa, che abbiamo dato vita, l’anno scorso (20 giugno 2016) al Globe
Theatre a una serata che mostrasse e difendesse la dignità culturale di Roma
in tutte le sue forme.
In qualche modo, l’invenzione del progetto “Trame d’autore” per la Festa del
Cinema, è un segno di continuità e di presenza tangibile di questo mondo di
amici e compagni di percorso. L’idea che abbiamo costruito è la realizzazione
di sei cortometraggi di 5/6 minuti ciascuno, accorpati in un’unica proiezione
nella sede dell’Auditorium offertaci dalla Festa del Cinema di Roma.
Accanto a questo spazio sarà allestita la mostra degli artisti partecipanti con
l’eccezionale omaggio a un grande artista scomparso, Jannis Kounellis.
L’originalità della proposta sta nel rapporto fortemente connesso tra scrittore
e artista visivo, coordinati da un regista e dall’apporto straordinario di attori
di grande valore, come: Gigi Proietti, Roberto Herlitzska, Alessandro Haber,
Luca Zingaretti, Lorenza Indovina, Giorgio Marchesi, e tre giovani di pregio.
Altro segno di legame “affettivo” e culturale della coraggiosa e resistente
famiglia artistica romana.
SIMONA MARCHINI

 

Ho sempre creduto nel dialogo tra le differenti forme di espressione artistica,
e ho accettato quindi con gioia la proposta di Simona Marchini della mostra
Trame d’Autore: è un progetto che va esattamente nella direzione della strada
che sto cercando di tracciare con la Festa.
In questi ultimi anni abbiamo ospitato personalità di primissimo livello
provenienti da campi estremamente diversi, che hanno raccontato come il
cinema abbia influenzato la propria arte e la propria esistenza: Renzo Piano,
Don De Lillo, Riccardo Muti, Donna Tartt, Daniel Libeskind e Jovanotti.
Parallelamente abbiamo aperto le porte all’arte contemporanea con
un’istallazione di Mathias Brunner all’interno dell’Auditorium.
La Festa si è dotata di una vera e propria galleria, che quest’anno verrà
riaperta, raddoppiandone gli spazi, per ospitare Trame d’Autore.
Il progetto è estremamente affascinante: sei artisti di eccellente levatura hanno
realizzato delle opere che sono diventate lo spunto e l’ispirazione per
altrettanti brani letterari. I testi sono quindi diventati la sceneggiatura per sei
cortometraggi, affidati a sei diversi cineasti
Durante la Festa del Cinema, e nel cuore dell’Auditorium, avremo quindi sei
artisti, sei scrittori e sei registi che dialogheranno attraverso le loro opere,
invitandoci a riflettere sul rapporto tra il linguaggio delle immagini in
movimento, quello dell’arte figurativa e quello basato sulla parola.
Si tratta di un esperimento inedito, del quale sono sinceramente orgoglioso, e
per cui voglio ringraziare caldamente Simona Marchini.
ANTONIO MONDA

 

L’OPERA IN CORTO
C’è un set, un regista, gli attori, uno scrittore, un dipinto o una scultura. Le parole
si appoggiano all’opera d’arte, come quando Pizzi Cannella racconta la sua
grande tela, L’ambulanza che trova una fratellanza con un dipinto attribuito a Van
Gogh, scovato chissà dove. Come se tutti i quadri del mondo fossero stati
soccorsi, curati, salvati. A volte è soprattutto una questione di sguardi: quelli
dipinti da Marina Sagona trattengono un segreto, drammatico solo per chi lo ha
tenuto nascosto: una donna, anzi molte donne che ne abitano una, inafferrabile
anche quando si confessa. Capita che l’opera si animi. Succede con quella di
Giuseppe Salvatori, dove in superficie galleggia un mondo risvegliato, tra maschile
e femminile. La stratificazione dell’opera di Roberto Pietrosanti tiene il ritmo di un
racconto che attraversa la storia. E il Vecchio pino di Hidetoshi Nagasawa, da
guerriero trafitto, si trasforma in una zanzara tigre di periferia. Nel dialogo tra
l’uomo e il Monte Soratte non c’è spazio per nulla. Si può solo assistere in silenzio
all’apparizione eroica dell’opera di Jannis Kounellis.

LEA MATTARELLA