Galleria

Primo periodo de La Nuova Pesa (1959 – 1976)

La Nuova Pesa nasce nell’aprile del 1959 a Roma, in via Frattina, dall’iniziativa di Alvaro Marchini. L’imprenditore romano spinto dalla passione culturale e dall’amicizia con molti artisti e critici decide di creare uno spazio per l’arte contemporanea, di richiamo internazionale. Raccoglie intorno a sé numerosi intellettuali che lo sostengono nella costituzione di un luogo che offra valide proposte creative, legate a tematiche proprie della sfera figurativa. Le intenzioni originarie di questo progetto vengono chiaramente individuate nelle parole introduttive firmate dalla Direzione, nel catalogo della mostra d’esordio (31 autori e 31 operedel rinnovamento artistico italiano dal 1930 al 1943): “La galleria non intende inserirsi nell’onda del gusto, né presentarsi come controcorrente (…) vorrebbe rivolgere la sua attenzione a quelle personalità e a quei significati dell’arte contemporanea, italiana e straniera, che si presentano come i più liberi e rinnovatori”. Una delle dominanti culturali di quegli anni è il neorealismo: le esperienze pittoriche, letterarie e cinematografiche presentano, proprio a Roma, i frutti migliori di una ricerca incentrata sul dato reale. Dal principio la direzione artistica è affidata a Dario Durbé, poi a Mario Penelope fino al passaggio definitivo a Fernando Terenzi; il costante apporto critico di Antonello Trombadori affiancato da Dario Micacchi, Antonio Del Guercio, Marcello Venturoli e l’assidua presenza di Renato Guttuso fanno de La Nuova Pesa l’ambiente più aggiornato del realismo. Sin dagli esordi partecipano all’attività espositiva poeti, letterati e registi che redaggono anche scritti per i cataloghi: Roberto Rossellini, Italo Calvino, Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Ungaretti apportano un contributo rilevante alle numerose iniziative della galleria. Nel 1961 la NP si trasferisce a via del Vantaggio: la nuova fase si inaugura con la mostra di disegni e ceramiche di Pablo Picasso, realizzata in collaborazione con la Galerie Louise Leiris di Parigi di Daniel-Henry Kahnweiler; prima mostra dell’artista in Italia con opere destinate alla vendita. E’ l’inizio di un periodo espositivo alquanto poliedrico, a partire dalle mostre di Ottone Rosai, Renato Guttuso, Giacomo Manzù, fino alle antologiche di Mario Sironi, Antonietta Raphaël e alla personale di Fernand Leger (con opere dal 1911) con cui si rinnova il rapporto di stima e amicizia fra Alvaro Marchini e Kahnweiler. La galleria si fa sostenitrice anche della giovane arte italiana, appoggiando e accogliendo artisti esordienti come i membri del gruppo “Il pro e il contro”. Il collettivo, composto da artisti e critici da tempo vicini alla galleria (Ugo Attardi, Antonio Del Guercio, Fernando Farulli, Alberto Gianquinto, Piero Guccione, Dario Micacchi, Duilio Morosini, Renzo Vespignani), concentra il proprio impegno sul versante sociale e politico oltre che artistico. Le intenzioni del direttore di valorizzare la storia corrente della pittura italiana, proponendo esposizioni ben articolate della “scuola romana” e di artisti delle nuove tendenze, sono significativamente rappresentate dalla retrospettiva Omaggio a Mafai del 1967 (inaugurata a due anni di distanza dalla scomparsa del maestro) e dalla mostra di opere recenti di Franco Angeli (1972). Determinanti avvenimenti della storia politica italiana, dagli episodi terroristici fortemente drammatici, vedono il momento di maggiore intensità proprio nel corso degli anni settanta; aprendo una difficile stagione per il Paese. In questa atmosfera Alvaro Marchini decide di interrompere, nel 1976, anche se con rimpianto, la ricca esperienza artistica e culturale della sua galleria.

 

Secondo periodo de La Nuova Pesa (dal 1985 a oggi) diretto da Simona Marchini

Dopo un decennio di sospensione dell’attività Simona Marchini riapre la galleria, nel 1985, come Centro Culturale. Forte è la spinta emotiva che la guida, con l’intento di valorizzare e proseguire il percorso intrapreso dal padre più di trent’anni prima. L’iniziativa nasce dalla volontà di sostenere la memoria di un’epoca e di un lavoro svolto con passione da Alvaro Marchini, che nel tempo ha raggiunto importanti e preziosi risultati storico-artistici. Palesi e evidenti sono le differenze di que
sto nuovo periodo espositivo. Sono mutate le condizioni storiche e diversa è la personalità della direttrice, professionalmente impegnata nel mondo dello spettacolo. Simona Marchini vuole riprendere l’attività interrotta con il desiderio e l’esigenza di costituire un ambiente che accolga e solleciti il contatto tra le diverse
discipline artistiche. Negli ultimi trent’anni si assiste a una ibridazione dell’entità creativa, i confini estetici si dilatano per accogliere sfumature nuove, inaspettate, a volte bizzarre. L’ampia varietà dei mezzi utilizzati porta a singolari e inedite commistioni di linguaggi, esplosioni di accordi estesi e capovolgimenti di ordini storicamente definiti per affrontare una polifonia di elementi. Il programma espositivo della galleria, sostenuto da un desiderio estetico che punti su territori sempre più ampi e compositi, articola costantemente eterogenee attività culturali, interessando anche la poesia, la musica e il teatro, ampiamente rappresentati grazie al sostegno di numerose personalità operanti in questi settori.